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Nelle sue opere si definisce un doppio registro: da una parte il tentativo di dare continuità al ricordo di episodi della storia, dall’altra il recupero di elementi formali che fanno parte di una dimensione storica dell’arte.
FRANCESCO ARENA
Barra (Gli Alti e i Bassi), dettaglio, 2015
Bronzo, sigari, bustine di zucchero
cm 187 x 1000 x 4
Courtesy l’artista
Galleria Raffaella Cortese, Milano e NoguerasBlanchard Gallery, Madrid-Barcellona
© Francesco Arena
La natura della scultura pone spesso la questione della memoria, trasformando l’opera in un monumento che porta con sé un valore simbolico ulteriore, basato su elementi storici, sociali o personali che caratterizzano uno specifico periodo. Si tratta di un aspetto presente nelle opere di Francesco Arena, che spiccano per l’elegante equilibrio tra la storia collettiva e la sua traduzione all’interno di una dimensione personale. I riferimenti alla propria biografia costituiscono spesso l’impalcatura sulla quale si fonda la ricerca dell’artista. Tali coordinate permettono di combinare un preciso contesto storico con la prospettiva sul mondo e l’identità fisica specifiche dell’artista stesso. L’individuale e il collettivo, il passato personale e la storia vengono fusi insieme per creare un’unica dimensione in cui concentrazione, geometria e solidità diventano i cardini di una dimensione metaforica storico-personale. La trasformazione in arte dell’io-storia della persona che interpreta il mondo attraverso il proprio stato fisico ed esistenziale diventa un elemento centrale nella ricostruzione di un pensiero futuro. È qui chesi esprime uno degli elementi centrali che caratterizzano la dinamica monumentale insita nella ricerca dell’artista. L’analisi del passato, del presente e la traduzione di queste dimensioni in determinate materie: bronzo, pietra, acciaio o marmo sono materiali che indicano una direzione che si sviluppa in uno spazio temporale futuro, definendole condizioni di un ipotetico ricordo. Trasformare l’identità collettiva e personale di un periodo storico attraverso il tempo è una delle principali azioni prodotte dall’arte. Questa operazione è evidente anche nella ricerca artistica di Arena, che solidifica in forme astratte, geometriche e antiform definizioni storiche legate al vissuto delle generazioni passate. Nelle sue opere si definisce un doppio registro: da una parte il tentativo di dare continuità al ricordo di episodi della storia, dall’altra il recupero di elementi formali che fanno parte di una dimensione storica dell’arte. I movimenti delle seconde avanguardie sono spesso rivisitati nel suo lavoro attraverso nuove prospettive.
Francesco Arena è nato nel 1978 a Torre Santa Susanna, Brindisi, Italia. Vive e lavora a Cassano delle Murge, Bari, Italia.Tra le sue mostre personali si ricordano:3 Ludwig reflections and 1 horizon, NoguerasBlanchard, Madrid (2014); Onze mille cent quatre-vingt sept jours, FRACChampagne-Ardenne, Reims (2013); Orizzonte con riduzione di mare, Monitor,Roma (2012); Com’è piccola Milano, Peep-Hole, Milano (2011). Ha partecipato a diverse collettive, tra cui: vice versa, Padiglione Italia, 55. Biennale di Venezia,Venezia (2013); La storia che non ho vissuto. Testimone indiretto, Castello di Rivoli, Rivoli (2012); Sotto la strada la spiaggia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo,Torino (2012); Pleure qui peu rit qui veut –Premio Furla 2011, Palazzo Pepoli, Bologna(2011).
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Con la grande mostra dedicata ad Ai Weiwei (23 settembre 2016-22 gennaio 2017) per la prima volta Palazzo Strozzi diventa uno spazio espositivo unitario che comprende facciata, Cortile, Piano Nobile e Strozzina.
L’arte contemporanea esce dalla Strozzina e si espande sia a livello espositivo che di comunicazione, in uno scenario in cui Palazzo Strozzi partecipa attivamente all’avanguardia artistica del nostro tempo.
Per questo motivo le informazioni relative alla mostra Ai Weiwei. Libero e il programma di mostre e attività future dedicato all'arte contemporanea saranno consultabili direttamente al sito www.palazzostrozzi.org e sui canali social di Palazzo Strozzi.
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