Michael E. Smith

Nel suo lavoro emerge spesso una dimensione associativa tra gli elementi scelti, per lo più oggetti trovati ed elaborati, e nuove identità.


MICHAEL E. SMITH

Utitled, 2014
Clarinetti, tubo in PVC
cm 175 x 5 x 5
Courtesy l’artista e
KOW, Berlin & Susanne Hillberry

Michael E. Smith mostra elementi della nostra società trasformati e rielaborati in modo da acquisire una dimensione straniante. In mostra l’artista presenta anche due video che riprendono degli animali. Il processo di decontestualizzazione e ricontestualizzazione presente nel suo lavoro condiziona anche le modalità di allestimento delle opere,posizionate al di sopra della normale altezza visiva. Nel suo lavoro emerge spesso una dimensione associativa tra gli elementi scelti,per lo più oggetti trovati ed elaborati, e nuove identità: è il caso di Clarinets, una canalina deformata, quasi un “reperto” della nostra vita quotidiana. Nella sua opera Smith vuole mostrare il concetto di fragilità della società del consumo. La trasformazione quasi sciamanica degli oggetti rivela come questi ultimi possano assumere, attraverso l’arte,una nuova dimensione temporale.

Michael E. Smith è nato nel 1977 a Detroit, Michigan, USA. Vive e  lavora nel New Hampshire, USA. Tra le sue mostre personali: Michael E. Smith, SculptureCenter,New York (2015);  Michael E. Smith, De Appel Arts Centre, Amsterdam (2015); Michael E. Smith, Lulu, Mexico City (2014); Michael E. Smith, CAPC museé d’art contemporain de Bordeaux, Bordeaux (2013); Michael E. Smith, Mönchehaus Museum, Goslar (2011). Ha partecipato a importanti mostre collettive, tra cui: The Noing Uv It, Bergen Kunsthall, Bergen (2015); The Little Things Could Be Dearer, PS1 MoMA, NewYork (2014); The Registry of Moving Things,Centre d’art contemporain d’Ivry – le Crédac, Ivry-sur-Seine (2014); A Disagreeable Object, SculptureCenter, New York (2012); Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York (2012).



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