Accelerator, 2006 Installazione interattiva: componenti meccanici, sensori, computer, proiezione 450 x 170 x 250 cm Idea, hardware e immagini: Marnix de Njis; Elaborazione immagini: Reinier van Brummelen; Sonoro: Boris Debackere; Software: Brecht Debackere Courtesy l’artista
Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra
Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra
Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra
Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra
Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra
Marnix de Nijs Photo: CCCS, Firenze; Valentina Muscedra
Accelerator, 2006 Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra
Tema dell'opera è la sfida dell'uomo per adeguarsi al diktat del tempo per riuscire a sopravvivere: le immagini simulano la velocità del mondo in cui viviamo e costringono l'uomo a incrementare la propria per progredire. De Nijs sceglie le immagini di una grande città evitando deliberatamente di identificarla o collocarla geograficamente, permettendo così ad ognuno di potersi immedesimare. L'opera mostra una chiara analogia con la cosiddetta dromologia di Paul Virilio. Lo studioso francese ha infatti analizzato gli effetti della rivoluzione dei moderni mezzi di trasporto e della comunicazione digitale sull'individuo in rapporto alla velocità: ogni passo in avanti nello sviluppo della tecnica di guida corrisponde a un incremento di velocità e a una riduzione delle distanze temporali. Così, ad esempio, a chi guida un auto si offrono solo immagini effimere e sfocate che gli balenano davanti per scomparire subito dopo. Il percorso viene eliminato, conta solo la meta del viaggio. Ancor più drastici sono gli effetti prodotti dall'utilizzo di mezzi audiovisivi, simili a un "veicolo statico" che mette l'osservatore di fronte a universi simultanei di immagini. Sullo schermo l'utente può essere potenzialmente onnipresente rimanendo fisicamente immobile, annullando qualsiasi riferimento spaziale reale. Il lavoro di De Nijs gioca con la contraddizione che deriva dalla dicotomia corpo/mente: l'esperienza fi sica della rotazione trova una corrispondenza nell'immagine che l'utente deve cercare di sincronizzare con la velocità reale del braccio mobile. La separazione tra corpo e spazio è il momento centrale di questa installazione che sfida l'osservatore con il suo dinamismo totale. Questo stesso dinamismo tuttavia condanna lo spettatore/giocatore all'immobilità. Il corpo e le sue reazioni naturali divengono sempre meno importanti rispetto alla stimolazione mentale. Il video permette di essere onnipresenti pur rimanendo nello stesso posto, mentre lo spazio reale arretra sempre di più per cedere il passo alla realtà virtuale.
Marnix de Nijs (Paesi Bassi, 1970)
Artista multimediale e al tempo stesso scultore, Marnix de Nijs indaga gli effetti della tecnologia sulle percezioni sensoriali e corporee tramite la costruzione di dispositivi interattivi di cui il pubblico è protagonista diretto. Scopo del suo lavoro è costruire un legame tra la fisicità sensoriale del pubblico e il dispositivo realizzato: sperimentare lo strumento tecnico come un'estensione del proprio corpo, una protesi da usare in modo intuitivo. Accelerator è un'installazione composta da una sedia girevole montata su una struttura motorizzata. Di fronte all'utente, che è in grado di controllare direzione e velocità della sedia tramite un joystick, si susseguono immagini panoramiche di una anonima metropoli di notte. Il pubblico è chiamato a sincronizzare le immagini in movimento con la rotazione della sedia, mettendo quindi in gioco proprie abilità e capacità di reazione. Una volta raggiunto l'obiettivo, l'utente sarà in grado di vedere correttamente le immagini e non avvertirà più il senso di disorientamento dovuto al movimento rotatorio asincrono. Il riquadro posto sull'immagine panoramica in alto dovrà trovarsi nell'esatta posizione indicata sull'immagine ingrandita in basso. Non appena i due riquadri corrispondono, le immagini si trovano a combaciare, ruotando in sintonia con il movimento dell'utente. In questo modo si passerà a un successivo livello, in cui un nuovo panorama ruoterà a una maggiore velocità. Sono necessari sei livelli per portare a termine l'esperienza.
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