Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra
Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra
bit.fall, 2001-2006 Acciaio inossidabile, componenti elettronici, computer, software, acqua Dimensioni variabili Courtesy l’artista
bit.fall, 2001-2006 Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra
Il titolo bit.fall evoca da una parte l'immagine di una cascata naturale e dall'altra il gergo dell'informatica (il bit è la cifra binaria che misura l'informazione del computer). L'acqua è un elemento fondamentale che, secondo le più recenti ricerche, ha la capacità di memorizzare sostanze e frequenze con cui entra in contatto. Le informazioni relative alle sostanze rimangono impresse nella struttura molecolare dell'acqua, per poi dissolversi per effetto del flusso energetico e del movimento. Anche la sfera acustica ha un ruolo importante nell'opera. La cascata crea un sottofondo sonoro che sembra riprodurre il mormorio ininterrotto del flusso di informazioni e che ricorda, amplificato, il suono prodotto dal sangue che pulsa nelle vene e nelle arterie. Il rumore astratto dei dati diventa così un'esperienza fisica, messa a disposizione dei nostri sensi. bit.fall si pone come metafora del flusso inarrestabile di dati nell'odierna società della comunicazione accelerata e continua, fatta di costanti aggiornamenti. Nuove parole chiave vengono visualizzate di continuo per poi scomparire nella marea montante delle informazioni alla quale lo spettatore è esposto incessantemente. Chi vuole stare al passo con la società tecnologica deve confrontarsi con la rapidità del flusso dei dati messi a disposizione dalla rete e lasciarsi trasportare dalla corrente della comunicazione. Non c'è tempo per le pause: chi si ferma è perduto.
Julius Popp (Germania, 1973)
L'esperienza artistica di Julius Popp si muove sul confine tra arte e scienza. Le sue idee sono il frutto della collaborazione con rinomati istituti di ricerca come il Massachusetts Institute of Technology o il Fraunhofer Institut. Punti centrali della sua opera sono le interazioni tra sistemi complessi, il lavoro sulla parola e la ricerca di singoli concetti da estrapolare dal loro contesto originale. L'installazione bit.fall si basa su un dispositivo formato da una serie di innumerevoli valvole, da cui cadono piccole gocce d'acqua a breve distanza l'una dall'altra. Come i pixel su uno schermo, esse visualizzano singole parole leggibili solo per un istante sospese nell'aria. Subito dopo tornano a essere gocce destinate a raccogliersi nel bacino che alimenta il circuito. Non è tuttavia l'artista ad aver stabilito le parole che vengono visualizzate. Un algoritmo di ricerca consente di individuare in tempo reale, tramite una connessione diretta a Google News, le parole chiave più rilevanti, che vengono trasmesse al circuito e sono visualizzate per un attimo con la caduta delle gocce d'acqua. Ogni concetto diviene paradossalmente rilevante e irrilevante allo stesso tempo, oggetto di uno stupore momentaneo di chi legge. Ognuno di questi è infatti destinato ad apparire soltanto come una parola decontestualizzata, che lo spettatore può visualizzare solo per un istante prima che compaia la parola successiva, all'interno di un processo continuo che non ha né inizio né fine.
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