Home / About / Lectures / Catalogo / Educazione / English |
Artisti: Tamy Ben-Tor / Marnix de Nijs / Mark Formanek / Marzia Migliora / Julius Popp / Reynold Reynolds / Jens Risch / Michael Sailstorfer / Arcangelo Sassolino / Fiete Stolte |
Zeit ist keine Autobahn, 2008 Pneumatico, ferro, motore elettrico 95 x 107 x 68 cm Veduta dell’installazione: Schirn Kunsthalle, Frankfurt am Main Courtesy Johann König, Berlin Photo: Norbert Miguletz Zeit ist keine Autobahn, 2010 Exhibition view at Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze Photo: Valentina Muscedra L'artista definisce autoritratti alcune delle sue opere, specchi di stati d'animo che riflettono il senso dell'essere nel mondo. Spesso i suoi lavori equivalgono ad affermazioni ricche di humour che attestano la posizione dell'individuo nel contesto dello spazio e del tempo reali, o che possono essere lette anche come metafore della condizione umana nella società. L'opera Zeit ist keine Autobahn (Il tempo non è un'autostrada) è composta da un motore elettrico che spinge velocemente un pneumatico contro la parete dello spazio espositivo. La pressione esercitata provoca una progressiva abrasione, rendendo necessaria persino la sostituzione della ruota stessa. Sul pavimento rimangono i resti della gomma, segni visibili della progressiva distruzione. Sailstorfer sembra voler esprimere un proprio commento sul fenomeno dell'accelerazione globale. La ruota, segno di riconoscimento di un progresso ottimizzato, simbolo di conquista culturale e della mobilità della società moderna, gira ininterrottamente rimanendo al tempo stesso immobile. L'oggetto può essere interpretato come una metafora divertente, eppure malinconica, dell'accelerazione insensata delle dinamiche sociali come di quelle esistenziali. Anche il titolo, Zeit ist keine Autobahn, allude a un ironico ribaltamento della condizione umana moderna, in cui l'accelerazione estrema non produce più un movimento sensato o un reale avanzamento, ma porta solo all'autodistruzione. Michael Sailstorfer (Germania, 1979) Il lavoro di Michael Sailstorfer si confronta con temi come i rapporti interpersonali o la mobilità continua dell'uomo moderno, in relazione al concetto di appartenenza. I materiali con cui l'artista crea le proprie sculture o installazioni sono per la maggior parte oggetti quotidiani che normalmente consideriamo solo per la loro mera funzionalità e mai per una valenza artistica. È per questo motivo che Sailstorfer ha trasformato in opere d'arte sale d'aspetto di stazioni d'autobus, lampioni stradali o betoniere. Scomponendo questi oggetti, combinandoli, cambiandone le funzioni originarie o inserendoli in contesti nuovi, l'artista crea sculture che ci sorprendono e che ribaltano il senso usuale delle cose, pur riuscendo a mantenere chiare connotazioni legate alla loro originaria funzionalità, trasportata su un nuovo piano di riflessione. |
inizio pagina |