Sul sito web www.theeightdayweek.com sono visibili gli strumenti per la nuova strutturazione del tempo che dovrebbero aiutare a vivere secondo i ritmi di una giornata più breve e di una settimana più lunga. Il diktat della nostra società contemporanea è basato proprio sulla minimizzazione dei tempi morti e, dunque, dei tempi di riposo, tendendo verso una sempre maggiore produttività e attività. La vita stessa di Stolte rappresenta dunque la sua opera d'arte concettuale totale. Pertanto, quello che l'artista espone sono testimonianze parziali del suo lavoro complessivo, che ci restituiscono simbolicamente il processo creativo. L'opera fotografica Studio occupa un posto centrale nella produzione di Stolte. Per otto giorni, l'artista ha documentato fotograficamente con una polaroid la finestra del suo studio. La scelta di un'immagine così minimalista consente di concentrare l'attenzione sulla luce, quella naturale esterna allo studio e quella artificiale all'interno, visualizzando la sua personale scansione temporale - ventuno ore per otto giorni, per un totale di 168 fotografie. Nell'installazione Window quattro tubi fluorescenti sono disposti creando una sorta di finestra incassata nella parete. Essa simboleggia il personale andamento del tempo "stoltiano". Regolata da un temporizzatore, la luce dei tubi funziona da orologio scandendo le quattordici ore dedicate alla veglia e le sette ore destinate al riposo. La luce diventa ancora una volta uno strumento di misura. La finestra, inoltre, è inserita in una parete della sala espositiva, questo significa che non affaccia su un mondo esterno vero, ma genera una sua realtà artificiale che, dato il contesto artistico, funziona come un sistema in sé compiuto. La serie Set si compone di una successione di immagini in bianco e nero che documentano le otto notti di una settimana dell'artista. Gli scatti iniziano alla mezzanotte del giorno di Stolte e coprono un arco di sette ore. Una macchina con l'autoscatto fotografa ogni ora il sonno dell'artista. Quando questi si sveglia, la macchina viene spenta. In primo piano vediamo il giaciglio e sullo sfondo la fi nestra, separati da un telo nero semitrasparente. Ancora una volta la luce e il dialogo tra esterno e interno sono elementi centrali dell'opera. Ciò che qui emerge con forza è il tema delle fasi di inattività. Nulla è cambiato negli ultimi anni come il nostro rapporto con il sonno. La drastica riduzione delle ore di riposo è diventata espressione della ricerca della massima efficienza. Le ultime ricerche neuroscientifiche stanno cercando di richiamare l'attenzione sull'importanza del riposo e delle pause come momento di riorganizzazione mentale non fine a se stessa ma, sempre nella logica della produttività, funzionale all'ottimizzazione della resa lavorativa.