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Lucy + Jorge Orta (Gran Bretagna, 1966 / Argentina, 1957) |
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Fondate su una concezione politica dell’arte, le ricerche di Lucy + Jorge Orta adottano strategie alternative di denuncia, di sensibilizzazione e di intervento, nel tentativo di promuovere e avviare nuovi processi cognitivi e relazionali. I lavori degli Orta, che spaziano dall’installazione al video, fino alla performance, ci ricordano che l’immaginazione, la capacità di mettere a fuoco immagini alternative del futuro, è il primo degli strumenti necessari per la creazione di nuovi modelli di sviluppo e di convivenza. |
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Tra le tematiche affrontate dagli artisti negli ultimi anni, grande rilievo è stato dato al problema del depauperamento delle risorse idriche – causato dal surriscaldamento globale e dall’inquinamento dei bacini naturali – e al rischio di un’assenza di diritto, per alcune popolazioni del pianeta, all’accesso a fonti d’acqua potabile. Su queste problematiche si interroga il ciclo Orta Water, di cui fa parte l’opera Orta Water - Mobile intervention unit esposta in occasione di Green Platform. Il lavoro si presenta come un mezzo rudimentale di emergenza per l’approvvigionamento, il trasporto e la distribuzione di acqua potabile. A fronte di un valore puramente simbolico, l’opera mette in campo una complessità di elementi significanti finalizzata alla presa di coscienza di un problema globale alla cui risoluzione concorrono, in maniera determinante, le nostre scelte, il nostro modo di pensare il progresso e la collaborazione tra i popoli.
Tra i lavori più recenti di Lucy + Jorge Orta, quelli della serie Antarctica raccontano il progetto dei due artisti di fondare, in uno dei luoghi più ostili della Terra - oggi divenuto oggetto di interesse da parte di numerosi stati nazionali in quanto detentore della più grossa riserva di acqua dolce del pianeta - un villaggio temporaneo globale allestito in collaborazione con la comunità scientifica locale. Collocandosi all’interno di un territorio non sottoposto a giurisdizione nazionale e integralmente protetto da una convenzione internazionale come riserva ambientale e scientifica, l’Antarctic Village, viene a costituirsi come un modello di sviluppo alternativo, non sottoposto allo sfruttamento dell’uomo e non privatizzabile, a cui ispirare le politiche di domani. |
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OrtaWater – Mobile intervention unit, 2005
triciclo messicano per il trasporto, struttura di metallo, 5 lavandini, vetro, tubo di plastica, salvagente, 2 caraffe di vetro, 2 taniche
220 x 200 x 100 cm
Courtesy Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin
Photo Credit: CCCS, Firenze; Valentina Muscedra |
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OrtaWater – Exodus, 2007
legno, tessuti diversi, acciaio, stampa lambda laminata, 2 cuori di porcellana Royal Limoges, 2 salvagenti,
2 remi, 2 borracce, 6 bottiglie OrtaWater, vetro
150 x 150 x 60 cm
Courtesy Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin
Photo Credit: CCCS, Firenze; Valentina Muscedra |
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OrtaWater – Exodus, 2007
legno, tessuti diversi, acciaio, stampa lambda laminata, 3 cuori di porcellana Royal Limoges, 2 salvagenti, 2 remi, 3 borracce, 8 OrtaWater bottiglie, vetro
150 x 150 x 60 cm
Courtesy Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin
Photo credit: Ela Bialkowska |
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