Per "Identità virtuali", il CCC Strozzina in collaborazione con la fotogiornalista tedesco-iraniana Diana Djeddi presenta I am Neda, un progetto che rielabora la storia di Neda Agha-Soltan, la giovane donna uccisa da un proiettile durante una manifestazione di protesta in Iran. La sua morte fu ripresa con un cellulare da un testimone rimasto anonimo e fu pubblicata su internet, diventando in breve tempo il video sul movimento per la libertà più cliccato della rete e facendo di Neda l'emblema della rivoluzione.
Poiché nel video si sente qualcuno gridare il nome della ragazza, che tuttavia rimane indistinto, immediatamente iniziarono le ricerche per stabilire la sua identità. Sfortunatamente però si incorse in un errore. Sulla base del profilo pubblicato su Facebook, Neda Soltani, docente di letteratura inglese non particolarmente impegnata in politica, viene erroneamente identificata con la donna uccisa. La sua immagine viene pubblicata dai media internazionali e utilizzata come emblema di chiamata all'aggregazione per la rivolta. Neda diventa così una figura pubblica, la cui fotografia viene scaricata, modificata e diffusa come un virus dagli utenti di internet di tutto il mondo. Il regime iraniano reagisce cercando di bollare il video della morte di Neda Agha-Soltan come propaganda occidentale ed esercitando al tempo stesso forti pressioni su Neda Soltani per costringerla a dichiarare di essere una collaboratrice. La giovane donna è costretta a fuggire dalle pesanti pressioni e oggi vive in Germania come rifugiata politica.
La storia di Neda Soltani è rappresentativa della logica della comunicazione in rete, basata sulla rapida condivisione di frammenti di informazioni non sempre verificate che causano interpretazioni erronee. La perdita di controllo da parte di Neda su contenuti da lei stessa inseriti su internet e quindi sulla sua immagine pubblica mette in luce il principio dei flussi di informazioni, immagini e notizie che, non appena sono a disposizione del pubblico della rete, sviluppano una dinamica autonoma non più controllabile. In altre parole, a partire da un certo grado di esposizione pubblica, l'individuo perde il controllo sul diritto alla privacy della propria immagine, e con esso a una parte della propria identità personale.
Nel 2009 la fotoreporter Diana Djeddi seguiva le elezioni presidenziali iraniane per il "Frankfurter Allgemeine Zeitung". Da allora, con il sostegno della VG-Bildkunst, ha studiato l'importanza e l'influenza sul giornalismo da parte dei social media, la cui radicale crescita ha reso l'archiviazione di contenuti digitali un aspetto fondamentale dell'attuale lavoro giornalistico.