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Falten 10, 2008 C-Print, Diasec, Alu-Dibond 230 x 140 cm Courtesy Galerie Anita Beckers, Frankfurt © Christiane Feser Falten 10, 2008 Veduta dell'allestimento in mostra © Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze; Valentina Muscedra Da migliaia di fogli A4 accartocciati manualmente, Feser crea delle strutture cartacee sempre nuove; dopo averle fotografati, crea un archivio di immagini dal quale assembla diversi esemplari, pervenendo alla creazione di un vasto paesaggio profondamente e variamente solcato da pieghe. La qualità dell’immagine è determinata principalmente da luce, ombra e carta, che in un processo di estrema riduzione formale assurgono ad elementi essenziali della fotografia. Attraverso il processo di montaggio e composizione digitale, le singole forme diventano elementi scenici mobili di una qualità pittorica quasi barocca, combinati in modo libero come un panneggio. Le immagini di Christiane Feser fondono in sé procedimento scultoreo, grafico e fotografico e pervengono al risultato finale di un’assoluta distanza da qualsivoglia realtà oggettiva. In questo senso, il lavoro dell’artista deve essere annoverato nella tradizione della fotografia astratta. D’altra parte, Christiane Feser arricchisce il suo approccio soffermandosi a indagare le possibilità espressive dell’intervento digitale. L’artista ricorre agli strumenti di elaborazione digitale e li coinvolge in un processo di lavorazione lento, che a volte si protrae addirittura per mesi, al fine di creare immagini dotate di una qualità estetica quasi pittorica. La composizione nasce quando, a partire da innumerevoli, livelli di fotografie singole, l’artista mette a nudo strutture ed elementi di passaggio, collegandoli insieme senza alcuna attenzione per le norme di una realistica costruzione materiale. Già nei suoi precedenti lavori, Christiane Feser ha indagato le funzionalità della fotografia digitale, sia in riferimento alle sue estese possibilità tecniche, sia alla sua ricezione nei media. Tramite interventi come il ritocco, la sovrapposizione e inversione l’artista mette insieme elementi inconciliabili. Il gioco alterno tra la realtà e la sua riproduzione riflette la cultura dell’onnipresente immagine digitale. Christiane Feser (Germania, 1977) La fotografia dal titolo Falten [“Pieghe”] mostra una superficie monocroma fatta di fogli bianchi accartocciati che sembrano estendersi all’infinito, ben oltre i margini dell’immagine. Un’osservazione accurata mostra che la sequenza ininterrotta di rilievi e avvallamenti dà origine a una struttura dall’aspetto assai innaturale. I punti di passaggio e congiunzione tra le singole forme denunciano l’irreale costruzione materiale delle forme stesse, e rivelano che l’immagine è stata elaborata con tecnica digitale. | ||
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