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Ohne Titel (Plattenbau 4) / Untitled (Panel Building 4), 2004 C-type print, Diasec 110 x 131 cm Courtesy Thomas Rehbein Galerie, Köln © Andreas Gefeller Ohne Titel (Plattenbau 5) / Untitled (Panel Building 5), 2004/2009 C-type print, Diasec 110 x 131 cm Courtesy Thomas Rehbein Galerie, Köln © Andreas Gefeller Ohne Titel (Plattenbau 1) / Untitled (Panel Building 1), 2004 C-type print, Diasec 110 x 131 cm Courtesy Thomas Rehbein Galerie, Köln © Andreas Gefeller Ohne Titel (Sieberei) / Untitled (Sievery Plant), 2003 C-type print, Diasec 148 x 200 cm Courtesy Thomas Rehbein Galerie, Köln © Andreas Gefeller Il titolo della serie Supervision contiene già un riferimento alla prospettiva prescelta. Soggetto delle immagini sono gli interni disabitati delle case popolari costruite in serie, tipiche dei paesi dell’est. I singoli appartamenti, tutti identici per planimetria, sono deserti, ma recano tuttavia tracce dell’arredamento e della presenza dei loro ex abitanti. La particolarità di queste immagini sta nella prospettiva dall’alto, che ci mostra le stanze come se fossero prive di soffitto. Si viene così a creare una visione irrealistica e quasi spaesante, in conflitto con il comune modo di vedere un luogo: la macchina fotografica sembra essersi mossa come un satellite sopra gli oggetti e gli spazi ritratti, di cui fornisce una sorta di sorprendente mappatura. Le opere di Gefeller non sono ottenute tramite un’unica ripresa. Le immagini sono il risultato di un lungo processo di mappatura dello spazio e l’artista percorre passo per passo, sezione per sezione, i luoghi che intende fotografare. La macchina viene posizionata a due metri di altezza dal suolo e, fissata al corpo dell’artista tramite un’asta, scatta ogni singola posizione, come a scansionare il luogo, per poi ricomporlo al computer in un fotocollage digitale. Ogni opera arriva a comprendere fino a 2500 diverse singole fotografie. Un’osservazione attenta permette di notare, in prossimità delle pareti, i punti di congiunzione, che ci rivelano così il processo di realizzazione. Il gesto continuamente ripetuto dello scatto fotografico durante la realizzazione delle fotografie contiene in sé un aspetto che potremmo quasi definire meditativo. La ripetizione della stessa operazione, la fisicità e la corporeità di questo processo costituiscono un elemento di cesura rispetto alla tradizionale distanza che caratterizza l’intervento del fotografo. In alcune delle immagini si arriva a notare le tracce che l’artista ha lasciato con il suo avanzare nell’ambiente; in Sieberei [lett. “Impianto di vagliatura”], per esempio, possiamo notare le orme impresse nella polvere di carbone, che diventano testimonianza della dimensione temporale che interviene direttamente nel suo lavoro. Non solo, quindi, Gefeller tenta di rielaborare la percezione spaziale all’interno della fotografia, ma compie una rivalutazione del tempo come condizione necessaria per la creazione di un’immagine, in controtendenza rispetto alla sempre maggiore velocità delle tecniche fotografiche moderne. Ohne Titel (Sieberei), 2003 Veduta dell'allestimento in mostra © Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze; Valentina Muscedra Andreas Gefeller (Germania, 1970) Con le sue grandi immagini ricche di dettagli, Andreas Gefeller mira a elaborare un modo nuovo di guardare la realtà. Utilizzando spesso soggetti tipici della fotografia contemporanea (il paesaggio urbano, i grandi spazi vuoti e le tracce che l’uomo vi ha impresso), l’artista tedesco raggiunge questo obiettivo non manipolando l’oggetto da ritrarre, ma elaborando una strategia per rappresentarlo in modo nuovo e quasi “impossibile”. Ohne Titel (Plattenbau 1), 2004 Ohne Titel (Plattenbau 4), 2004 Ohne Titel (Plattenbau 5), 2004/2009 Veduta dell'allestimento in mostra © Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze; Valentina Muscedra | ||
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