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In Between / Simulation n° 8, 2006 Laserchrome print, Alu-Dibond 128 x 152 cm Courtesy l’artista © Tatjana Hallbaum In Between / Simulation n° 5, 2006 Laserchrome print, Alu-Dibond 128 x 152 cm Courtesy l’artista © Tatjana Hallbaum In Between / Simulation no. 5, 2005 In Between / Simulation no. 8, 2006 Veduta dell'allestimento in sala © Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze; Valentina Muscedra Un’osservazione più attenta mette in luce altri elementi di rottura; per esempio notiamo il tetto di un padiglione che si estende sullo sfondo, oltre lo scenario delle case crollate; o ancora il pavimento in primissimo piano, che separa la scena del disastro tellurico dal campo centrale dell’immagine. La serie fotografica In-Between di Tatjana Hallbaum non mostra catastrofi effettivamente avvenute, ma documenta delle esercitazioni in cui polizia, vigili del fuoco e tecnici della protezione civile si preparano alle situazioni di emergenza con simulazioni di estremo realismo. Come evidenzia il titolo, l’interesse dell’artista si concentra quindi su quello spazio di mezzo che divide realtà e finzione. La stessa natura della fotografia si basa su questo paradosso, portando alla ribalta l’inscindibilità tra vero e falso nella rappresentazione e sottolineando il ruolo di chi guarda come sempre a metà tra complice osservazione e distaccata valutazione. Ecco come l’artista ha descritto i suoi lavori e l’intenzione che li sottende: “Essi mettono in questione la differenza tra 'vero' e 'falso', tra 'realtà' e 'finzione'. A me interessa mostrare che il medium fotografico si sottrae alla differenza tra reale e fittizio. In questo caso, il problema non è stabilire cosa sia reale, bensì che tipo di rappresentazione si può darne”. Tatjana Hallbaum (Germania, 1971) Una casa crollata, come per un terremoto o un bombardamento; un velivolo abbandonato sulla pista d’atterraggio; una baracca circondata da auto in fiamme e, davanti a queste, alcune persone distese a terra, come morte: le fotografie di Tatjana Hallbaum inquadrano, da un punto d’osservazione lievemente rialzato, degli scenari catastrofici. Esse tuttavia risultano stranamente artificiali, del tutto mancanti della consueta atmosfera di frenesia e caos che accompagna le sciagure di grandi proporzioni. Queste immagini fanno piuttosto pensare a una messa in scena sul palcoscenico di un teatro; sono ben studiate e accuratamente composte. | ||
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