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Raw Footage, 2006 installazione video a 2 schermi con sonoro (immagini da materiale documentario: Reuters & ITN, ITN Source) digital video, DVD Courtesy l’artista; carlier | gebauer, Berlin Soldati e civili si confondono tra loro, una sparatoria o un incendio fanno da sfondo alle azioni di persone comuni che svolgono il proprio lavoro o che passeggiano per la strada. L’opera sembra staccarsi nettamente dai tratti consueti del lavoro di Mik. Qui infatti, per la prima volta, le immagini sono accompagnate dal sonoro e non sono il frutto di una messa in scena voluta e fittizia creata dall’artista, ma bensì immagini “reali”, documenti di vite vissute. Queste variazioni, tuttavia, contribuiscono ad instaurare quel complesso rapporto tra opera e pubblico, a metà tra ambigua incomprensione e morbosa persistenza dello sguardo, tipico di tutto il lavoro dell’artista. Come in altre opere, infatti, si crea anche qui un senso di frustrazione nell’osservatore, incapace di ricostruire un filo narrativo, ma che comunque Mik riesce a catturare tramite quel senso di voyeurismo tipico della società dell’informazione di massa. Facendo riferimento, nel titolo e nella composizione dell’opera, alle dinamiche di un certo tipo di stampa o di “TV verità”, l’osservatore è come attratto e quasi catturato dalla visione di un orrore, una tragedia o un dramma che si trasformano in spettacolo senza chiedersi il perché, senza la ricerca di motivazioni, fatti o ragioni. Queste immagini sembrano infatti molto più incredibili e assurde rispetto a quelle che invece l’artista ha realizzato in opere precedenti in maniera costruita e artificiosa, come nel caso di un enorme incidente stradale o del colossale crollo di azioni in una borsa d’affari. L’usuale schema artistico di Mik risulta ribaltato ma ottiene il medesimo effetto nel farci percepire quanto rovesciata sia la nostra società, in cui bambini o persone anziane impugnano le armi in nome di nazionalismi vecchi di secoli. L’attacco critico è comunque rivolto soprattutto a chi guarda. Non solo si denunciano le pratiche censorie e manipolatorie dei mezzi di informazione, ma soprattutto si sfida il comune senso del pudore di chi è attratto o morbosamente incuriosito da queste immagini, ma che rimane fermo e passivo di fronte ad esse. Raw Footage, 2006 Veduta dell'installazione © Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze; Valentina Muscedra Aernout Mik (Paesi Bassi, 1962) Raw Footage ci mostra un montaggio di diverse riprese televisive realizzate durante la guerra civile nell’ex-Yugoslavia ma scartate dalle agenzie giornalistiche perché non considerate particolarmente interessanti o utili per i propri servizi. Quelli che scorrono sono momenti banali ma incredibili allo stesso tempo, che testimoniano la vera “crudezza” della guerra con immagini non manipolate, così come suggerisce il titolo dell’opera. | ||
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