Background images credits  
   
   

Copyright Saskia Olde Wolbers


Placebo, 2002
C-type still da video, 6’ 00’’
Courtesy l’artista; Maureen Paley, London
© Saskia Olde Wolbers  


 

Sullo sfondo di immagini oniriche e inquietanti, che sembrano provenire da un film di fantascienza, una voce femminile fuori campo narra in prima persona la sua storia d’amore, confusa ed emotivamente distruttiva, con il proprio amante che per molti anni ha finto di essere un medico e di essere sposato. Il racconto comincia in ospedale dopo che l’uomo, sul punto di essere smascherato, ha cercato di suicidarsi e di uccidere in un incidente d’auto l’amante. Il racconto ci affascina, coinvolgendoci in una relazione drammatica in cui i protagonisti, che al momento del racconto sono in uno stato di sospensione dalla vita, alla fine cadono in rovina, perdendo fiducia nel loro amore. Ciò che colpisce è l’insistenza sul tema dell’inganno, tipico dei meccanismi emozionali umani. La donna è consapevole quasi fin dall’inizio delle menzogne del proprio amante, ma decide di essere ingannata, cede all’illusione in nome dell’amore. Allo stesso modo chi ascolta e vede il video si cala in un inganno emotivo e visivo, entra in una dinamica in cui la verità (del racconto) o la realtà (delle immagini) sono tali sulla base di un forte coinvolgimento emozionale.   In questo come in precedenti lavori, Saskia Olde Wolbers trae ispirazione da fatti di cronaca tratti da articoli di giornale, da trasmissioni televisive e racconti anonimi. Il suo interesse si concentra immancabilmente su figure tragiche che, dopo essersi smarrite nel proprio mondo interiore, vanno incontro a crisi di identità tali da minacciare la loro stessa esistenza. Rifacendosi a fatti realmente accaduti, Wolbers elabora e sviluppa delle storie che oscillano, cangianti, tra sogno e realtà. Le bellissime e inquietanti immagini elaborate da  Saskia Olde Wolbers sembrano create e manipolate con tecnica digitale. Le architetture fantastiche  e gli oggetti  che costituiscono le scenografie sono, invece, realizzati con procedimenti analogici e manuali. L’artista si serve, infatti, di oggetti costruiti da lei stessa nel suo studio, il cui processo di realizzazione, a volte, può durare anni, con un lavoro minuzioso e di alta precisione a partire da materiali e oggetti da riciclo o di scarto. Nascono così dei modelli in miniatura che fungono da set architettonici per i futuri video, in cui l’artista riesce sempre a tradurre stati interiori e inquietudini emotive tramite immagini elaborate, ambigue e quasi biomorfe.




Placebo, 2002
Vedute dell'allestimento
© Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze; Valentina Muscedra

Saskia Olde Wolbers (Paesi Bassi, 1971)

Nel video Placebo dell’artista Saskia Olde Wolbers vediamo innanzitutto un ambiente bianco, liquefatto e surreale. Muovendosi al rallentatore, la videocamera oscilla sulla superficie delle pareti, che sembrano staccarsi e dissolversi in un’apparenza di sogno e di irrealtà, fino a quando scorgiamo una barella coperta da un lenzuolo bianco e altri elementi che richiamano un ambiente ospedaliero.

    ........................................................................................................................................................................
    inizio pagina
     
 
  Home l Artisti l About l Catalogo l Programma l Educazione l English
   

Palazzo Strozzi
 

Artisti
Olivo Barbieri (IT)
Sonja Braas (DE)
Adam Broomberg &
Oliver Chanarin
(ZA/UK)
Gregory Crewdson (USA)
Thomas Demand (DE)
Elena Dorfman (USA)
Christiane Feser (DE)
Andreas Gefeller (DE)
Andreas Gursky (DE)
Beate Gütschow (DE)
Osang Gwon (KR)
Tatjana Hallbaum (DE)
Ilkka Halso (FI)
Robin Hewlett &
Ben Kinsley
(USA)
Rosemary Laing (AU)
Aernout Mik (NL)
Saskia Olde Wolbers (NL)
Sarah Pickering (UK)
Moira Ricci (IT)
Cindy Sherman (USA)
Cody Trepte (USA)
Paolo Ventura (IT)
Melanie Wiora (DE)