Le opere selezionate per la mostra segnano momenti particolarmente significativi della loro produzione. La più recente, The Board, ritrae tre alti dirigenti della Deutsche Bank, uno dei quali anche membro dell'importante consiglio culturale dell'istituto finanziario. La loro rappresentazione simboleggia il potere del denaro che, nel mondo dell'attuale finanza globale e computerizzata, si regola con flussi economici difficili da visualizzare. Nel ritrarre queste personalità, Clegg & Guttmann non si pongono nella posizione di semplici esecutori di una committenza, limitandosi al rispetto delle aspettative, bensì come artisti autonomi. Sono loro a stabilire ogni elemento della composizione dell'immagine, dalla posa all'illuminazione, dall'abbigliamento allo sfondo, assicurandosi per contratto di poter esporre e usare l'opera a propria discrezione. La tradizionale relazione fra artista e committente viene così ribaltata.
I tre soggetti di The Board sono stati ripresi in sessioni diverse su un fondo neutro; le fotografie sono state poi montate in un ritratto di gruppo che reca tracce evidenti del procedimento di montaggio digitale. Come sfondo della composizione è stata inserita una infilata di finestre che si aprono su Francoforte, sede della Deutsche Bank e cuore della finanza tedesca ed europea. L'apertura sull'esterno, così come il suggestivo gioco di luci e ombre, sono citazioni dirette del ritratto tradizionale, in cui spesso i soggetti venivano raffigurati davanti a vedute che rimandavano ai loro possedimenti o ai luoghi rappresentativi della loro provenienza.
L'opera Politisch-Physiognomische Fragmente è costituita da frammenti fotografici, dettagli tratti da rappresentazioni di uomini politici ritratti secondo pose caratteristiche della messa in scena del potere maschile. Gli artisti presentano accumulazioni di singoli frammenti - come mani messe in posa, o cravatte - che sono esempi tipici dell'espressione degli uomini politici e simboli della loro autorevolezza. L'opera funziona come una decostruzione analitica dei principi della tipica rappresentazione del potere, isolando e mostrando gli elementi che stanno alla base dello studiato codice iconografico impiegato dalla politica per la propria rappresentazione mediatica.
Per Grand Master, parte di una serie fotografica realizzata negli anni ottanta, Clegg & Guttmann hanno incaricato un attore di interpretare alcune pose caratteristiche del potere, presentandolo come un esponente di una non specificata istituzione. Lo sfondo dell'immagine consiste in uno scenario architettonico non reale ma semplicemente simulato tramite la fotografia di uno spazio, la cui artificialità è resa evidente dalle incongruenze degli effetti di luce. Ancora una volta, centrale è la riflessione sulla costruzione mai spontanea e sempre controllata dell'immagine del potere. La tensione che promana dalle opere di Clegg & Guttmann nasce dal sottile scarto in cui si gioca il loro rapporto con la tradizione. Le rappresentazioni classiche e apparentemente affermative delle persone di potere vanno lette, nel contesto della loro produzione decennale, come visualizzazioni diverse di una pratica analitica e decostruente nei confronti dei meccanismi dell'autorità.