Ibrido tra cinema, video-arte e documentario, la serie CITYTELLERS, una trilogia video dedicata a Dubai, San Paolo e Aral, si configura come un'indagine su alcuni dei luoghi del mondo diventati simbolo del potere per i loro estremi paradossi e le conseguenze devastanti sugli esseri umani e sulla natura.
DUBAI_CITYTELLERS ha per oggetto le recenti e profondissime trasformazioni dell'ex protettorato inglese, oggi uno dei sette stati che costituiscono gli Emirati Arabi Uniti e unico Paese della penisola araba che non basa la sua fortuna economica sullo sfruttamento del petrolio, bensì su operazioni finanziarie e immobiliari.
Il video si snoda tra riprese sul luogo, interviste a immigrati occidentali e orientali, politici locali e giornalisti. Costruita secondo una strategia di disagio percettivo, l'opera si pone a metà fra lavoro d'inchiesta e fiction, senza fornire certezze assolute. La logica narrativa del video è frequentemente messa in dubbio tramite un sistema frammentato di contributi, immagini e interventi, alternando punti di vista diversi e spesso in evidente contrasto fra loro. Jodice si concentra soprattutto sull'analisi delle condizioni di vita degli immigrati (soprattutto indiani, pakistani e nepalesi) impiegati come manodopera a basso costo nel settore dell'edilizia. La formidabile crescita economica del Paese si è basata proprio sullo sfruttamento del lavoro di questi uomini, che hanno permesso la costruzione a basso costo e in tempi serrati di un immenso patrimonio immobiliare. Dubai emerge come luogo di profonde contraddizioni sociali e culturali.
Dubai è la città che ospita il grattacielo più alto del mondo e alcune delle più originali sperimentazioni ingegneristiche e architettoniche del mondo. Qui è esaltato e ostentato il gusto per il lusso dell'alta società occidentale, emulandola e tentando anche di superarne in fasto gli eventi, dalla moda alle competizioni equestri. Allo stesso tempo Dubai è anche uno stato di confessione musulmana, con leggi ancora molto severe su costumi e stile di vita dei suoi abitanti. Questo senso di contraddizione per uno sguardo occidentale è sottolineato da Jodice tramite efficaci ossimori, come l'accostamento del paesaggio desertico a una pista da sci innevata o a uno straordinario acquario, luoghi artificiali costruiti per lo svago dei ricchi ospiti occidentali.
L'opulenta accoglienza che si riceve a Dubai è funzionale alla costruzione di un'immagine idonea all'attrazione di investimenti economici. Nonostante la recente crisi finanziaria abbia in parte inceppato questo meccanismo, Dubai si pone come perfetto esempio di uno stato che ha saputo auto-rappresentarsi come luogo delle meraviglie in cui tutto è possibile, occultando le problematiche sociali e culturali su cui si fonda.