Le nuove classi oligarchiche messicane dimostrano con disinvoltura e fierezza il loro potere e la loro ricchezza, scegliendo di vivere in ville faraoniche dotate di arredi sfarzosi. Attraverso arredi e simboli eclettici - artificiosi elementi architettonici classicheggianti, dipinti murali di una stilizzata natura esotica, animali impagliati, statue di schiavi che richiamano un passato coloniale - questi luoghi testimoniano la ricchezza dei loro proprietari, ma allo stesso tempo rivelano una consapevolezza culturale piuttosto scarsa.
Daniela Rossell ha invitato giovani donne, in molti casi sue amiche o conoscenti, a posare per lei lasciandole libere di scegliere come presentarsi. Adottando prospettive grandangolari e sfruttando l'integrazione pittorica dei diversi riflessi cromatici e di luce, l'artista realizza immagini in cui le protagoniste diventano esse stesse parte dell'arredamento, prolungando nell'abbigliamento e nei gesti l'esasperazione e il kitsch estremo degli ambienti in cui si trovano.
La fotografia fonde i corpi delle modelle con lo scenario in cui hanno scelto di presentarsi, quasi dando vita a caricaturali tableaux vivants. Colpisce come la maggior parte delle giovani donne abbia scelto pose che reinterpretano stereotipi di sensualità tipici della rappresentazione della donna al cinema o in televisione. I modelli mediatici dei ruoli proposti dalla cultura del consumo si manifestano come leitmotiv nella loro vita. I titoli delle fotografie - come, ad esempio, Janita nell'ufficio del padre - chiariscono come il potere di queste donne non dipenda da loro in prima persona ma dal loro essere mogli o figlie di uomini ricchi e importanti, in un contesto in cui l'immagine della donna oscilla tra la principessa e il soprammobile di lusso.
Rossell, che appartiene a questa stessa classe sociale, riflette con le sue fotografie sulla condizione delle donne ricche e sulla loro immagine, spesso grottesca: "In Messico, le donne ricche sono prigioniere delle loro case, del loro stile e del loro eccesso. La maggior parte passa la vita nel salone. Vogliono sembrare americane, come quelle che vedono in TV, e fanno sforzi enormi per riuscirci. È una specie di inferno. C'è tanta infelicità tra le persone che apparentemente hanno tutto".
Mettendo in scena la realtà sfarzosa e dai colori sgargianti dei super ricchi dell'attuale società messicana, Daniela Rossell tematizza la fondamentale crisi dell'identità culturale di queste persone che, tramite l'accumulo di oggetti lussuosi, sembrano cercare una compensazione e un'affermazione del proprio ruolo attingendo dall'iconografia del potere coloniale, ormai per noi lontana e fuori dal tempo.