Christy Rupp

I lavori di Christy Rupp riflettono sui temi della produzione di massa e dello sfruttamento degli animali nei processi industriali. Le sculture di uccelli estinti rimandano alle forme di scheletri esposti nei musei di storia naturale, ma in realtà sono costituite da innumerevoli frammenti di ossa raccolti dall’artista tra i rifiuti dei fast-food, luoghi simbolo del consumismo materialistico contemporaneo.



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Tema principale dei lavori di Christy Rupp è costituito dalla riflessione sulla relazione tra uomo e natura nel momento in cui quest’ultima viene vista meramente in chiave utilitaristica.
Nei suoi collage l’artista impiega carta con motivi floreali che ricorda l’Art Nouveau o il movimento Arts and Craft della fine del XIX secolo, espressione della reazione di artisti e intellettuali che criticavano la meccanizzazione e la produzione di massa già emerse alle origini dell’epoca dell’industrializzazione.
Nella serie Extinct Birds Previously Consumed by Humans (Uccelli estinti, già consumati dagli uomini) è affrontato invece il tema del contrasto tra lo sfruttamento degli animali ai fini della produzione dell’industria alimentare e la bellezza che l’artista riconosce in ogni singolo essere vivente. Nel corso di quattro anni l’artista ha raccolto ossa, soprattutto di pollo e tacchino, dagli scarti di fast food o barbeque grazie all’aiuto di amici e conoscenti, o pubblicando annunci su quotidiani di piccole città. L’artista ha poi assemblato meticolosamente questi frammenti di materiale organico in sculture a grandezza naturale raffiguranti scheletri di diversi uccelli, l’alca impenne, il moa e il dodo, tutte specie incapaci di volare che si sono estinte quando l’uomo ha invaso il loro territorio nativo.
Il processo manuale con cui la Rupp assembla le sue forme animali è in stridente contrasto con il contesto da cui deriva il materiale osseo, scarto della società del rapido consumo, in cui la logica della produzione industriale degrada ogni essere vivente a oggetto d’uso commerciale. Paradossalmente, inoltre, l’artista lavora evocando un’estetica da museo di storia naturale, appropriandosi delle sembianze di oggetti unici e preziosi degni di essere tutelati come patrimonio culturale collettivo. Il tempo è infatti un elemento centrale nella riflessione dell’artista, che contrappone il processo manuale estremamente lento e laborioso delle sue opere al sempre più breve tempo vitale concesso agli animali da allevamento. Attraverso le sue opere la Rupp crea metafore in cui con apparente candore affronta questioni gravi e attuali come il rapporto sempre più alienato e distruttivo dell’uomo nei confronti degli altri esseri viventi.

Christy Rupp (1949, Rochester, NY, USA; vive e lavora tra New York e il Catskills) laureatasi nel 1973 alla Colgate University, si specializza nel 1977 al Rinehart School of Sculpture, Maryland Institute College of Art. Le sue opere uniscono insieme un approccio artistico e scientifico, affrontando questioni come la biodiversità, l’ingegneria genetica, la globalizzazione e il tema della scelta personale, lavorando anche con il dipartimento di paleontologia dell’American Museum of Natural History. Utilizza spesso materiali riciclati per creare animali e piante innovativi, rapportando il trattamento delle risorse naturali alla necessità di salvaguardare le specie di piante e animali. I suoi lavori sono stati esposti al Brooklyn Museum, al MoMA di New York, alla National Gallery di Washington, al Burchfield-Penney Art Center di New York. Ha realizzato anche opere di arte pubblica commissionate per Central Park a New York, il Municipal Art Society di Baltimora, il NYC Percent for Art Program e molti altri. Tra le sue più recenti mostre collettive: (2011) “A Show About Collab”, Printed Matter, New York; “Living Here”, KTD Monastery, Woodstock, OR; “Buffalo on the Bowery”, Charles Bank Gallery, New York; “Pop Patriotism”, Carriage Trade, New York; “Outer Space”, Exit Art, New York; “Dead or Alive”, Museum of Arts and Design, New York.



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