Come pirandelliani personaggi in cerca d’autore, gli Stewart sono burattini nelle mani di persone che li acconciano come i caratteri che devono interpretare.
HANS OP DE BEECK
The Stewarts have a party, 2006
Still da video
Video, colour, sound, 4’19’’
Collection Manuel de Santaren
© Hans Op de Beeck
Tre uomini, una coppia di giovani, un bambino, una coppia di anziani e una ragazza sono i membri di una famiglia immaginaria, gli Stewart. Essi emergono e scompaiono all’interno di un ambiente totalmente bianco e privo di oggetti, assumendo statiche posizioni frontali e non interagendo mai tra loro. Il video appare fuori
fuoco, mancano precisi riferimenti spaziali e l’effetto bianco su bianco dell’abbigliamento dei personaggi innesca un effetto di smaterializzazione delle figure nell’ambiente.
Gli Stewart si mostrano come fantasmi, protagonisti di una surreale messa in scena. Privi di una volontà autonoma, sono guidati da assistenti di produzione che mettono nelle loro mani dei palloncini e sulle loro teste cappellini di carta tipici di feste casalinghe. Ma nessuna celebrazione è veramente in corso. Come pirandelliani personaggi in cerca d’autore essi appaiono come burattini nelle mani di persone che li acconciano come i caratteri che devono interpretare.
Op de Beeck decostruisce il genere del ritratto familiare tramite una commistione di elementi del linguaggio pittorico, cinematografico, fotografico e teatrale, negando l’intento narrativo tipico del linguaggio filmico. Tipico elemento del ritratto di famiglia è l’individuazione di specifici caratteri, ruoli, gerarchie, contesti sociali e ambientali. L’artista nega tutto ciò, lasciando aperta la domanda su cosa desiderino, cosa provino e chi siano veramente queste persone. L’opera produce un effetto di forte straniamento, creando un mondo sospeso tra realtà e finzione che conduce a una riflessione sull’esistenza umana, sulla costruzione dell’identità individuale, la sua messa in scena nel rapporto con gli altri e con la platea del mondo che osserva.
Hans Op de Beeck (1969, Belgio; vive e lavora a Bruxelles) si distingue per la versatilità della sua produzione artistica, affi dandosi di volta in volta a diversi linguaggi: scultura, installazione, video, fotografi a, film, disegno, pittura, scrittura. Il successo internazionale è arrivato alla fine degli anni Novanta. Tra le sue più recenti personali: nel 2004 Hans Op de Beeck: Meanwhile…, Museum of Contemporary Art of The Hague, L’Aia; nel 2005 Hans Op de Beeck: T-Mart, M HKA, Museum of Contemporary Art, Anversa; nel 2006 Hans Op de Beeck: Family scenes and scenery, Xavier Hufkens, Bruxelles; nel 2007 Hans Op de Beeck: Extensions, Centraal Museum, Utrecht; nel 2008 Hans Op de Beeck: Circumstances, Rogaland Museum of Fine Arts, Stavanger; nel 2009 Hans Op de Beeck: In Silent Conversation with Correggio, Galleria Borghese, Roma; Hans Op de Beeck: Staging Silence, Galleria Continua, Pechino; nel 2010 Hans Op de Beeck: Staging Silence, Smithsonian’s Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, D.C.; Hans Op de Beeck: Sea of Tranquillity, Kunstmuseum Thun, and Centro de Arte Caja de Burgos; nel 2011 Hans Op de Beeck: Extensions, Museum Het Domein, Sittard; nel 2012 Hans Op de Beeck: Video Works, Butler Gallery, Kilkenny; Hans Op de Beeck: Visual Fictions, Kunstverein Hannover; Hans Op de Beeck: Staging Silence, Gemeente Museum, L’Aia; nel 2013 Hans Op de Beeck: Sea of Tranquility, Tampa Museum of Art, Tampa; Hans Op de Beeck: Staging Silence (2), Harn Museum of Art, Gainesville, FL; Hans Op de Beeck: Sea of Tranquillity, FRAC Paca, Marsiglia; nel 2014 Hans Op de Beeck: Staging Silence (2), MIT List Visual Arts Center, Cambridge, Boston; Hans Op de Beeck: Staging Silence (2), MOCA Cleveland, OH; Hans Op de Beeck: Quiet scenery and wandering extras, Sammlung Goetz, Monaco. Tra le mostre collettive più recenti segnaliamo: nel 2011 Chengdu Biennale – Changing Vistas: Creative Duration, East Chengdu Music Parc, Chengdu; Rencontres Internationales, Centre Pompidou, Parigi; TRA. Edge of Becoming, La Biennale di Venezia, Palazzo Fortuny, Venezia; One of a Thousand Ways to Defeat Entropy, La Biennale di Venezia – Arsenale Novissimo, Venezia; Time and Place, Kunsthalle Detroit, Detroit; nel 2012 Of Bridges & Borders. From Real to Surreal, MAMBA Museo de Arte Moderno de Buenos Aires; Resonance & Silence, Haus der Kunst, Monaco; Dessiner-Tracer: Watercolors, Musée des Beaux-Arts de Calais; Fantastic. Lille3000, Euratechnologies, Lille; Vanitas. Contemporary Refl ections, Moscow Museum of Modern Art, Mosca; nel 2013 The Great Magic, MAMbo, Bologna; My little paradise, Middelheim Museum, Anversa; The Gesamtkunstwerk Project, Australian Centre for Contemporary Art, Victoria; Ai Wei Wei / Kendell Geers / Moataz Nasr / Hans Op de Beeck, Galleria Continua / Le Moulin, Boissy-le- Châtel; Emscherkunst.2013, Rheinaue Walsum Nature Reserve, Essen; Artifi cial Amsterdam, de Appel, Amsterdam; HEIMsuchung, Kunstmuseum Bonn; nel 2014 Museum to scale 1/7, The Naples Museum of Art, Naples, FL e Kunsthal Rotterdam, Rotterdam; Donation Florence et Daniel Guerlain, Musée National d’Art Moderne, Centre Pompidou, Parigi.
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Con la grande mostra dedicata ad Ai Weiwei (23 settembre 2016-22 gennaio 2017) per la prima volta Palazzo Strozzi diventa uno spazio espositivo unitario che comprende facciata, Cortile, Piano Nobile e Strozzina.
L’arte contemporanea esce dalla Strozzina e si espande sia a livello espositivo che di comunicazione, in uno scenario in cui Palazzo Strozzi partecipa attivamente all’avanguardia artistica del nostro tempo.
Per questo motivo le informazioni relative alla mostra Ai Weiwei. Libero e il programma di mostre e attività future dedicato all'arte contemporanea saranno consultabili direttamente al sito www.palazzostrozzi.org e sui canali social di Palazzo Strozzi.
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