Thomas Struth

«La scansione di un momento familiare, è come aprire un romanzo a una pagina specifica e leggere solo quella pagina».



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THOMAS STRUTH

The Felsenfeld / Gold Families, Philadelphia (dettaglio), 2007
C-Print
179,2 x 217,0 cm
Courtesy l’artista e Galerie Rüdiger Schöttle, München
© Thomas Struth

La serie Familienleben costituisce una sorta di fil rouge all’interno del percorso artistico del fotografo tedesco. Nessuna di queste opere nasce su commissione o in maniera programmatica: tutte hanno origine dalla relazione con amici, conoscenti o colleghi con cui il fotografo decide di realizzare un ritratto nel contesto di riferimento più immediato e imprescindibile, quello della propria famiglia.

Struth delega alla famiglia la scelta del luogo in cui scattare la fotografia, quasi sempre l’interno della loro casa. Sono gli stessi soggetti a decidere la loro posizione ed è loro richiesto di guardare direttamente in camera con il massimo di immobilità e concentrazione. Ogni fotografia propone l’autorappresentazione di una famiglia che sceglie di mostrare pubblicamente la propria immagine dall’interno del proprio mondo privato ma anche assumendo un carattere di forte esemplarietà.

Non è casuale che il fotografo preferisca usare il termine Familienleben (vite di famiglia) piuttosto che Familienportraits (ritratti di famiglia). Partito in origine da un progetto scientifico con lo psicanalista tedesco Ingo Hartmann, che nel 1982 chiese a Struth di realizzare una serie di ritratti di diversi contesti familiari, dal 1985 a oggi il fotografo tedesco ha realizzato oltre sessanta ritratti di famiglia. Nel suo complesso la serie diviene un viaggio tra contesti geografici, condizioni sociali e ambiti culturali diversi ma anche una sorta di grande affresco che ha per oggetto lo stesso artista, una ricognizione sulle sue relazioni, amicizie e legami.

La costruzione di ogni opera sottolinea un forte senso di controllo formale tramite una rigorosa composizione di colori e forme con cui Struth mette in gioco una dinamica di gerarchie, vicinanze e lontananze tra le diverse figure. Il suo tipico stile fotografico esalta la messa a fuoco di ogni dettaglio per cogliere gli sguardi e le espressioni dei soggetti, il loro abbigliamento, lo spazio. Guardando le diverse immagini si presume di poter riconoscere e interpretare i ruoli e i temperamenti dei singoli membri di ognuna delle famiglie. In realtà queste composizioni familiari rimangono chiuse in se stesse nei loro luoghi, con i loro simboli e le proprie dinamiche interne, a una distanza impossibile da colmare.

Thomas Struth (1954, Germania; vive e lavora a Düsseldorf) si è formato con Gerhard Richter e i coniugi Becher alla Kunstakademie di Düsseldorf nel periodo 1973-1980. Dopo un iniziale debutto come pittore, intorno al 1976 si è avvicinato alla fotografi a; due anni dopo realizza una serie di fotografi e in bianco e nero di paesaggi urbani di New York; presentata alla sua prima personale al PS1 nello stesso anno, essa inaugura una produzione in varie città del mondo: Parigi (1979), Roma (1984), Edimburgo (1985), Tokyo (1986). Negli anni Ottanta l’artista avvia anche una produzione sul tema del ritratto, di individui ma anche di nuclei familiari, a colori o in bianco e nero. Negli anni Novanta si apre ancora ad altri soggetti, tra cui paesaggi naturali come foreste e giungle, grandi monumenti architettonici e musei, luoghi in cui si manifesta una sorta di rituale dello sguardo. Il suo stile, al di là del soggetto ritratto, si contraddistingue per un saldo controllo formale e per la nitida messa a fuoco di ogni dettaglio. Tra i maggiori esponenti della fotografi a contemporanea tedesca, le sue opere sono state largamente apprezzate ed esposte in tutto il mondo. Nel 1990 è stato invitato a partecipare alla Biennale di Venezia, nel 1992 a Documenta IX, a Kassel. Tra le recenti retrospettive ricordiamo: nel 1994 Institute of Contemporary Art, Boston; nel 1998 Carré d’Art Musée d’Art Contemporain, Nîmes; nel 2002 Dallas Museum of Art, Dallas; nel 2004 Museum für Gegenwart, Berlino; nel 2005 Museo de Art de Lima, Lima; nel 2007 Making Time, Museo Nacional del Prado, Madrid; nel 2008 Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli; da ricordare la retrospettiva itinerante Thomas Struth 1978-2010 tenutasi alla Kunsthaus di Zurigo, alla Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf, alla Whitechapel Gallery di Londra e infi ne al Museu de Serralves di Porto. Tra le recenti collettive: nel 2007 Der Hinmel auf Erden, Lehnbachhaus, Monaco; nel 2008 Museum as a Medium, MARCO – Museo de Arte Contemporanea, Vigo; nel 2009 Horizons, Beyerle Foundation, Basilea; Urban Spaces, Geography, Identity, Urbanism, Fundación Proa, Buenos Aires; nel 2010 Dreamlands, Musée National d’Art Moderne, Centre Pompidou, Parigi; nel 2011 Photography is Calling, Sprengel Museum, Hannover; The Queen: Art and Image, National Portrait Gallery, Londra (successivamente a Edimburgo, Belfast e Cardiff); nel 2012 Intense Proximité, Palais de Tokyo, Parigi; AGES. Portraits vom Älterwerden, Die Photographische Sammlung / SK Stiftung Kultur, Colonia; How is the World? Recent Acquisitions of Contemporary Photography, Corcoran Gallery of Art, Washington, D.C.; Concrete: Photography and Architecture, Jubilee Exhibition 1, Fotomuseum Winterthur, Winterthur; Seduced by Art: Photography Past and Present, CaixaForum, Madrid-Barcellona; nel 2013 Gustave Caillebotte. Ein Impressionist und die Fotografi e, Gemeentemuseum Den Haag, L’Aia.

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