Le fotografie di Trish Morrissey diventano uno strumento per criticare e contestare l’unità della famiglia e il suo manifesto per eccellenza; il ritratto familiare in cui notare somiglianze, vicinanze, gerarchie e ordini interni.
TRISH MORRISSEY
Deborah Bastwick, August 14th (dettaglio), 2005
Serie “Front”
C-Print
101,6 x 80 cm
© Trish Morrissey with thanks to Impressions Gallery, Bradford UK
Nella serie Front Trish Morrissey realizza una serie di ritratti fotografici che possiamo definire performativi. Muovendosi tra spiagge inglesi e australiane l’artista incontra casualmente gruppi di persone, a volte famiglie, altre volte amici. A questi chiede di poter entrare a far parte del loro nucleo prendendo il posto della figura femminile presente, di solito la madre, imitandone la posa e indossandone i vestiti, persino l’anello nuziale. La figura femminile estromessa prende il posto dell’artista e scatta la fotografia dalla macchina già preparata dalla Morrissey. Ogni immagine prende il titolo dal nome della donna sostituita che, nella sua presenza-assenza, diviene il fulcro dell’immagine e la sua autrice materiale. A un primo sguardo tutto sembra estremamente comune e spontaneo, ma allo stesso tempo ogni immagine emerge come accuratamente costruita. Nonostante il suo mimetismo, quasi sempre si può notare l’intrusione dell’artista, che porta i personaggi a non sembrare totalmente a loro agio. Morrissey crea una parodia dell’immagine della famiglia. Le sue fotografie diventano uno strumento per mettere in discussione l’unità naturale della famiglia utilizzando un’immagine dalla forte connotazione borghese e normalizzante: il ritratto familiare in un momento di vita quotidiana come una gita al mare.
Qualsiasi fotografia non ha mai un solo autore. Può averne uno principale, il fotografo, ma rimane sempre il risultato di un incontro fra diversi interlocutori, sempre popolata di intrusioni. Sfogliando qualsiasi album di famiglia ci ritroviamo all’interno di un viaggio ricco di incontri con elementi e presenze casuali. Il surreale album di famiglie della Morrissey riflette su questi due binari: i legami inevitabili e naturali della famiglia, ma anche quegli incontri fortuiti che determinano la vita di ciascuno di noi.
Trish Morrissey (1967, Irlanda; vive e lavora a Londra) si laurea in fotografi a presso la University for the Arts di Londra nel 2001. Il suo lavoro si affida prevalentemente a questo mezzo, ma si confronta anche con i linguaggi del video e del film. Ponendosi in qualità non solo di autrice ma anche di interprete e regista del proprio lavoro, realizza fotografi e che, simulando una realtà appositamente costruita, giocano sul binomio verità/rappresentazione. Tra le recenti personali citiamo: nel 2004 New Works, Impressions Gallery, York, The Pump House, Londra, Gallery of Photography, Dublino; nel 2005 Seven Years, Yossi Milo Gallery, New York; nel 2007 Trish Morrissey Front (Part 1), Elaine Levy Project, Bruxelles; nel 2009 Front, Impressions Gallery, Bradford; nel 2010 Trish Morrissey, Centre for Contemporary Photography, Melbourne. Tra le recenti collettive: nel 2005 ev+a, Limerick City Gallery of Art, Limerick; nel 2006 Alone Together, Galerie Nouvelles Images, L’Aia; EuropART, Contemporary Art from Europe, Billboard project, Vienna-Salisburgo; nel 2009 Gimme More, Elaine Levy Project, Bruxelles; nel 2010 IDENTITÄT, Fotogalerie Wein, Vienna; Update UK: Photography in Britain Since 2000, Photomonth, Cracovia; nel 2011 Alice in Wonderland, LOGOMO, Turku; nel 2012 The World in London, Photographers’ Gallery off-site project, Oxford Street e Victoria Park, Londra; Nuit Des Images, Musée de l’Elysée, Losanna; From Here to There: Subject Stagings Between Reality and Fiction, Austrian Cultural Forum, Londra; nel 2013 Making it Up: Photographic Fictions, Victoria and Albert Museum, Londra; Modern Families: Relatives and Relationships in Art, Lewis Glucksman Gallery, University College, Cork. Le opere di Trish Morrissey sono presenti nelle collezioni del Museum of Fine Art di Houston, del Victoria and Albert Museum di Londra e del Museum für angewandte Kunst di Vienna.
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