Bill Viola, Christian Nold, Yves Netzhammer
Teresa Margolles, Valerio Magrelli, William Kentridge
Katharina Grosse, Andrea Ferrara, Elisa Biagini
Maurice Benayoun, Antonella Anedda
 
   
  BILL VIOLA
 
   
  In accordo al principio neuroscientifico definito ‘meccanismo specchio’, una medesima reazione emotiva viene attivata nel cervello di una persona in entrambi i casi: sia quando questa si trova a fare un’esperienza, sia quando la vede fare da qualcun altro. Lo stesso “transfer” emotivo avviene di fronte a opere d’arte arte che a loro volta rappresentano le emozioni umane, com’è il caso del lavoro di Bill Viola. Observance fa parte di una serie di opere video chiamata The Passions. Come già in altri lavori, Viola mette in scena una coreografia di personaggi contemporanei che interpretano scene tipiche dell’iconografia tradizionale cristiana. Le figure vengono estrapolate da una simbologia religiosa e ricontestualizzate in una dimensione atemporale e universalmente poetica, come metafora dell’essenza della condizione umana. Observance è ispirato alla pala d’altare Die vier Apostel (1526) di Albrecht Dürer, nella quale vengono rappresentati quattro apostoli immersi nel loro intimo dolore per la morte di Cristo. Anche nel video di Viola, infatti, il tema o l’oggetto virtuale dell’opera
è l’espressione fisica del dolore. I personaggi entrano ed escono nello spazio della rappresentazione concentrando il loro sguardo su di un punto fisso, che rimane nascosto e che rimane “fuori campo”, nello spazio dello spettatore. A volte, uno dei personaggi alza gli occhi verso lo spettatore come a cercare comprensione, altri, invece, rimangono immersi nella propria interiorità.
Come già in altre opere, Viola mostra l’intera azione in ”slow motion”, portando lo spettatore a entrare lentamente nei dettagli dei gesti e dell’espressività mimica dei personaggi. Volendo seguire un’argomentazione neuroscientifica, l’opera di Viola è un perfetto esempio di evocazione di empatia attraverso l’impatto visivo e attraverso l’attivazione dei neuroni specchio (Rizzolatti); un’esperienza pertanto, di secondo grado da parte dello spettatore, come atto involontario di ”mimesis”.
 
 
 
   
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