Bill Viola, Christian Nold, Yves Netzhammer
Teresa Margolles, Valerio Magrelli, William Kentridge
Katharina Grosse, Andrea Ferrara, Elisa Biagini
Maurice Benayoun, Antonella Anedda
 
   
  KATHARINA GROSSE
 
 
 
   
  Un’altra reazione espressiva dalla valenza fortemente emozionale, tradizionalmente connessa con la pittura soprattutto dal sorgere ell’astrattismo, è quella che nasce dalla visione e dalla percezione del colore. A partire già dalle Ninfee di Monet o dai suoi Covoni di paglia, teoricamente letti e interpretati da Kandinskji come riflesso cromatico dell’animo, i colori sono stati messi in relazione ai sentimenti trascendentali e spirituali (come ad esempio nell’opera di Mark Rothko) e ai diversi stati d’animo umani che, talvolta, essi stessi possono provocare. Per questa energia cromatica e valenza emozionale è stata scelta l’opera di Katharina Grosse con un intervento specifico per la mostra SISTEMI EMOTIVI. La Grosse dialoga con lo spazio architettonico ed entra in una relazione diretta con esso. Studia attentamente l’ambiente, nel quale realizzare il suo intervento, sotto aspetti architettonici e tecnici come anche estetici e simbolici. Nel caso degli spazi del CCCS, l’artista ha deciso di reagire ai multipli strati di realtà sovrapposti nello spazio stesso, uno spazio rinascimentale che gode di tutela come monumento storico. Le pannellature applicate alle pareti come protezioni costituiscono un secondo strato di realtà, al quale la Grosse a sua volta sovrappone un altro strato, un altro pannello, che sarà la base di partenza del suo intervento. L’intervento dura vari giorni. L’artista, per svolgere il suo lavoro, si isola completamente dal mondo esterno indossando una tuta di protezione, una mascherina e spesso anche degli auricolari, mentre applica grandi quantità di colori con un diffusore
a compressione. Lo ”spraying”, dice la Grosse, possiede una forza quasi aggressiva, il colore si sovrappone a tutte le realtà preesistenti e forma una pelle nuova che, partendo sempre da un centro, si estende come una rete sull’intero spazio circostante. Tutti gli oggetti e gli elementi, quando vengono ricoperti dagli strati di colore, sembrano perdere la loro valenza originaria, le loro proporzioni rispetto allo spazio.
Già in passato l’artista aveva lavorato con elementi della vita quotidiana, trasferendo, ad esempio, l’intero mobilio della sua camera da letto, oppure enormi masse di sabbia e pietre, negli spazi di un museo e ricoprendoli di colore. Per la prima volta presso il CCCS, Katharina Grosse, anche con un’ulteriore frattura della percezione del reale, sperimenterà una illuminazione delle superfici, da lei dipinte a spray, utilizzando luci di differenti colori. Essa studia il fragile equilibrio tra conosciuto e nuovo, tentando, grazie alla forza del colore, di creare esperienze completamente nuove in realtà spaziali conosciute. La sua visione spaziale, il suo particolare coinvolgimento corporeo e la sua esperienza della realtà, vengono tradotti in colore attraverso l’utilizzo immediato e impulsivo della pittura spray. Il senso di movimento dei suoi enormi campi cromatici è dato dall’assenza di una forma chiusa e specifica e dalla dissoluzione dei contorni. Le sue energie creative, pertanto, si comporteranno in modo inaspettato e incontrollabile e lo spettatore non potrà fare altro che venirne rapito, in una vertigine fisica ed emotiva.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
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