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Organic
Urbanic di Ran Slavin, Israele, 2002, 9’
Courtesy the artist
Organic Urbanic è una piccola sinfonia audiovisiva sulla
trasformazione dei territori urbani, una delle opere più interessanti
all’interno della riflessione che da sempre l’artista israeliano
dedica al rapporto tra corpi, territori, tecnologie. In questo hyper fiction
video, partendo dalla realtà di un paesaggio urbano sottoposto
a moltiplicazione, amplificando ciò che è già davanti
ai nostri occhi, è generato un arazzo di microcosmi urbani intessuti
tra loro, brulicare di forme che restituisce nuove modalità percettive
rivelando un’invisibile e complessa interconnettività dei
fattori urbani. Attraverso simmetrie e dislocazioni, gli edifici mostrano
organismi meccanici e simbiotici, quasi fossero esseri viventi, e superficie
su superficie, tra pieghe, fenditure, punti di fuga, lo spettatore si
ritrova intento ad attraversare questo nuovo corpo pluriurbano con i suoi
disorientamenti.
Nato a Gerusalemme nel 1967, Ran Slavin è uno dei più importanti
artisti israeliani contemporanei. Ha dato vita a un’opera trasversale
che nasce dalla sperimentazione dell’audio e del video, sfruttando
l’interazione fra cinema, musica digitale, acustica e pittura. Le
sue installazioni audio sono una fusione di processi sonori e di manipolazioni
elettroacustiche, sovente derivate dal pianoforte e dalla chitarra, mentre
i suoi film, vere e proprie esplorazioni delle potenzialità espressive
dell’audiovisivo, si basano su un montaggio antinarrativo, sulla
manipolazione della durata temporale, in una sorta di flusso di coscienza
visivo e sonoro. Per queste sue particolari creazioni, Slavin ha anche
creato un programma per il controllo delle immagini e del suono in tempo
reale: una piattaforma in cui il suono e l’immagine si giustappongono
in un flusso di immagini, forme e superfici. Nel 2007, Torino Film Festival
gli ha dedicato una retrospettiva.
Gardens by the Bay di Squint/Opera, Gran Bretagna, 2006,
6’
Produzione e distribuzione: Squint/Opera
Nel film di animazione del collettivo inglese, un design vivace e estremamente
comunicativo dà vita alle idee progettuali proposte da alcuni studi
di architettura, provenienti da tutto il mondo, per una importante competizione
a Singapore, finalizzata alla riqualificazione di tutta l’area della
baia attraverso la creazione di giardini botanici, serre e sentieri che
ridisegnano il paesaggio con soluzioni sorprendenti e fantastiche. Il
secondo video (presentato in prima italiana) è interamente dedicato
al progetto vincitore degli architetti Wilkinson Eyre. Le prime fasi di
realizzazione del progetto sono previste per il 2010.
Squint/Opera è una società di produzione cinematografica,
residente a Londra, che riunisce registi, architetti, fotografi, compositori
e artisti esperti di animazione digitale. Una formazione composita che,
attraverso una originale combinazione di media differenti, si è
specializzata nella realizzazione di video inerenti alla progettazione
in ambito architettonico.
The Building di Hans Op de Beeck,, Belgio, 2007, 4’
17”
Courtesy Galleria Continua, San Gimignano
Il filmato di animazione digitale ci trasporta in una virtuale passeggiata
notturna all’interno di un fittizio e gigantesco complesso ospedaliero,
un enorme spazio architettonico vuoto. L’impersonalità e
l’alienazione delle costruzioni del moderno mondo occidentale si
equivalgono tutte: centri di benessere e shopping center, aeroporti e
ospedali. Con un linguaggio figurativo silenzioso e schivo, estremamente
raffinato nella scelta cromatica e nell’accompagnamento sonoro,
l’opera dell’artista belga suscita una riflessione sui rapporti
problematici tra l’uomo e il suo ambiente, in cui pare essersi persa
ogni traccia di umanità. Algidi spazi entro cui l’uomo trascorre
i momenti fondamentali della vita: nascita, malattia, morte.
Hans Op de Beeck è nato a Turnhout, in Belgio, nel 1969. Vive e
lavora a Bruxelles.
L’artista costruisce e mette in scena luoghi urbani e familiari,
contemporanei e fittizi, situazioni e personaggi che risultano estremamente
comuni allo spettatore: angoli isolati dedicati alla riflessione o spazi
affollati, talvolta popolati da goffi personaggi che in parte ci mostrano
le nostre dinamiche esistenziali e il modo in cui cerchiamo di gestire
il tempo, lo spazio e gli altri. Nel 2004, presso il Museo di Arte Contemporanea
dell’Aja, l’artista ha esposto un’istallazione a grandezza
naturale, Location 5, (precedentemente presentata ad Art
Unlimited a Basilea): evocazione notturna di un ristorante sull’autostrada,
divenuta poi opera permanente al Towada Art Center in Giappone. Nel 2006
in occasione della Biennale di Shanghai ha presentato l’opera dal
titolo T-Mart, ricostruzione di un supermercato immaginario,
anch’esso visto di notte, riportato in vita dalla proiezione di
un film di animazione digitale che illustra non soltanto la pace e la
bellezza del luogo, ma anche l’effetto shock suscitato da un ambiente
così addomesticato e razionalizzato. The Building è
stato esposto nella collettiva La città che sale. We try to
build the future, allestita presso il MACRO Future di Roma, nel 2007.
RMB Cities. A Second Life City Planning, di Cao Fei/China
Tracy,
Cina, 2007, 5.57”
Courtesy Vitamin Creative Space Gallery, Guangzhou
Second Life è lo scenario virtuale dove China Tracy, avatar dell’artista
cinese Cao Fei, sta realizzando un modello di città del futuro.
Un condensato di elementi della moderna metropoli cinese, architetture
contemporanee e simboli della storia della Cina. Un sistema in costante
evoluzione e frenesia costruttiva, non privo di contraddizioni, ironia
e gioco. Fantasia e libertà nell’ibridare realtà e
immaginazione.
Cao Fei è nata nel 1978 a Gangzhou, vive e lavora a Pechino. Artista
multimediale, oltre a utilizzare video e fotografia si muove nel campo
del teatro e della performance. La sua opera riflette lo stile di vita
delle nuove generazioni cinesi, in un terreno a metà tra una realtà
in rapida e costante trasformazione e un mondo di fantasia, libertà
e divertimento. L’artista ha rappresentato la Cina nell’ultima
edizione della Biennale di Venezia (2007), con un altro lavoro dedicato
alla realtà virtuale, la trilogia iMirror, una sorta di
documentario su Second Life, firmato China Tracy. Cao Fei ha partecipato
a manifestazioni artistiche di livello internazionale: Tirana Biennale,
Albania (2005), 1st Moscow Biennale of Contemporary Art (2005), 15th Biennale
of Sydney (2006), Taipei Biennale (2006), Lyon Biennale (2007). RMBCity
è stata presentata alla 10ma edizione della Biennale di Istambul
(2007).
Future by Design di William Gezecki, USA, 2006, 90’
Produzione e distribuzione: William Gazecki
Prima italiana per il documentario di William Gazecki su Jacque Fresco
(1916), scienziato, ingegnere, designer e urbanista americano, ideatore
di città futuribili in cui le architetture ipotizzano nuovi eco-sistemi
e nuove forme di integrazione sociale. L’animazione in digitale
permette di ricostruire e dar vita alle idee avveniristiche di Jacque
Fresco, alla sua visione di un possibile futuro fondato sull’innovazione
tecnologica, il potenziamento dell’intelligenza artificiale e la
sostenibilità ambientale, in un equilibrio dinamico tra uomo e
natura. Tra le sue proposte teoriche più avvincenti l’idea
di una “resource based-economy”: un’economia basata
sulla ricchezza delle risorse naturali ed energetiche, resa possibile
dall’ausilio delle moderne tecnologie.
Dopo aver lavorato nel campo del sonoro (sound mixing e record production),
William Gazecki si dedica, dal 1991, alla regia di documentari. WACO:
The Rules of Engagement, tra le sue opere più conosciute,
è stato presentato al Sundance Film Festival del 1997 e ha ricevuto
premi e riconoscimenti internazionali.
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