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Henrik Håkansson (Svezia, 1968) |
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Frutto di un approccio interdisciplinare di matrice naturalista, i progetti di Henrik Håkansson combinano interessi trasversali di carattere biologico, antropologico ed estetico. L’osservazione attenta dei ritmi di vita naturali, lo studio delle piante e degli animali, costituiscono la base scientifica di una riflessione più ampia - portata avanti attraverso la registrazione e la presentazione di frammenti di cicli naturali - sulle possibili forme di relazione tra l’uomo e la natura. |
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MARCH.16, 2008 (Pharomachurus mocinno), 2008
amplificatore (fender super reverb 65), base lignea,
stampa fotografica incorniciata (48,8 x 68,8 cm), lettore CD
Courtesy Rennie Collection, Vancouver, Canada;
Galleria Franco Noero, Torino
Photo Credit: CCCS, Firenze; Valentina Muscedra |
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Nel 2008 il Museo Rufino Tamayo di Città del Messico ha dedicato ad Håkansson un’importante mostra personale a seguito del soggiorno dell’artista nella riserva messicana di Montes Azules, nella zona di Selva Lacandona. Tra i lavori realizzati in quella occasione, (Chronicles) Selva Lacandona presentava 100 immagini tratte da una serie di riprese effettuate con 12 videocamere di sorveglianza posizionate nella parte meridionale della foresta. Se alla fonte del progetto persiste soprattutto una volontà di studio dei processi naturali, il pericolo corso dalla Selva, che vede progressivamente diminuiti i propri confini a causa dell’intervento dell’uomo, conferisce al lavoro significati diversi. L’analisi dei comportamenti degli animali diviene infatti, in questo caso, lo studio di una lotta per la sopravvivenza di fronte al progressivo restringimento degli spazi vitali.
Tra i lavori sonori presentati al Museo Tamayo, MARCH.16,2008 (Pharomachurus mocinno), riproposto in occasione di Green Platform, riproduce il canto del Quetzal, l'uccello più famoso dell’America Centrale, venerato presso i Maya e gli Aztechi con il nome di Quetzacoatl, il serpente piumato. Considerato ancora oggi il “re” degli uccelli, il Quetzal è ormai una specie in via di estinzione. Nel lavoro di Håkansson il canto del Quetzal è riprodotto da un amplificatore, un Fender Reverb 65, considerato a sua volta una leggenda e definito, nella scena rock, il “re” della sua categoria. L’opera viene dunque a costituirsi come una scultura-santuario, un omaggio a una leggenda vivente, il Quetzal, di cui presto dovremo probabilmente affidare il canto alla sola riproduzione artificiale. |
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