Palazzo Strozzi   CCCS
  Green Platform
  Arte Ecologia Sostenibilità / 24.04 – 19.07.2009
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  Artisti: Alterazioni Video, Amy Balkin, Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Michele Dantini,
Ettore Favini
, Futurefarmers, Tue Greenfort, Henrik Håkansson, Katie Holten, Dave Hullfish Bailey, Christiane Löhr, Dacia Manto, Lucy + Jorge Orta, Julian Rosefeldt, Carlotta Ruggieri, Superflex,
Nicola Toffolini
, Nikola Uzunovski
   
   
  Julian Rosefeldt (Germania, 1965)
   
  Julian Rosefeldt realizza filmati in pellicola contraddistinti da una marcata teatralità e da una narrazione di natura cinematografica. I suoi lavori si presentano come complesse messe in scena tese a mettere in luce le contraddizioni dei comportamenti umani attraverso il contrasto tra la deliberata assurdità delle situazioni inscenate e l’apatia degli eventi scaturiti.
Architetto di formazione, Rosefeldt è conosciuto soprattutto per alcune videoinstallazioni multicanale, ed in particolare per tre lavori - Stunned Man, The Soundmaker, The Perfectionist - che compongono la Trilogia del fallimento, realizzata tra il 2004 e il 2006, nella quale l’artista ha preso in esame alcune attività quotidiane dell’uomo “urbanizzato” mettendone in evidenza gli aspetti grotteschi e iperbolici.
   
 
  Requiem, 2007
installazione video a 4 canali
video 16 mm trasferito su DVD 16:9
loop 12’ 5’’
Courtesy l’artista;
Max Wigram Gallery, London
Photo Credit: CCCS, Firenze; Valentina Muscedra

   
 
  Requiem, s.d.
installazione video a 4 canali
video 16 mm trasferito su DVD 16:9
Courtesy l’artista e Max Wigram Galery, London
   
  Requiem, il lavoro selezionato per Green Platform, è una videoinstallazione realizzata nel 2007. Nei quattro pannelli che compongono l’opera, montati a quadrato per formare un ambiente spaziale, sono proiettati, in sincrono, altrettanti filmati, realizzati nel cuore della foresta amazzonica brasiliana. Com’è noto, l'Amazzonia brasiliana conserva la più grande estensione al mondo di foresta primaria: 370 milioni di ettari che costituiscono un terzo del totale di tutto il Pianeta. Oggi questo patrimonio è in grave pericolo a causa delle multinazionali del legname. In prima battuta il lavoro suggerisce una meditazione sullo stato di salute della foresta e sulla scelleratezza di alcuni comportamenti umani. Immerso in un contesto straordinario, del quale i suoni degli insetti, il canto degli uccelli e il rumore delle gocce di pioggia che cadono dagli alberi comunicano la ricchezza, lo spettatore è invitato a vivere un’esperienza sublime e totalizzante. Il rapimento dettato dalla vista di questo paesaggio magnifico è però interrotto dalla caduta di un albero, del quale colpisce soprattuto il suono: un frastuono assordante, perversamente attrattivo, capace di coinvolgere lo spettatore in una esperienza sensoriale di forte impatto emotivo. Alla caduta del primo albero ne seguono altre, ugualmente scioccanti. Il carattere esistenziale e allo stesso tempo simbolico dell’evento è amplificato dall’assenza di figure umane sulla scena. La caduta dell’albero viene in questo modo ad assumere un valore universale, presentandosi come una riflessione sulla morte e sulla precarietà dell’esistenza, al di là dalla mera denuncia del comportamento umano.
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