Artisti

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worlds on video - international video art
mostra a cura di Anita Beckers
19 Settembre – 2 Novembre 2008
 
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Nationality Sudafrica
Titolo dell'opera Soliloquy (Clint), 1971-2000
dalla Soliloquy Trilogy
Anno 2000
Durata 06’57’’
Dati tecnici Single Channel Video, Colore, sonoro
Courtesy Francesca Kaufmann, Milano
 
 

I protagonisti della Soliloquy Trilogy di Candice Breitz sono tre star (e altrettanti film) di Hollywood: Sharon Stone in Basic Instinct, Clint Eastwood nell'Ispettore Callaghan e Jack Nicholson nelle Streghe di Eastwick. Per analizzare il ruolo del divo nei film di Hollywood e il suo significato nel racconto cinematografico, l'autrice ha tagliato e montato in ordine cronologico le scene dei film in cui gli attori si esprimono verbalmente. Nei momenti in cui i divi parlano ma non si vedono lo schermo rimane nero. Il risultato è un soliloquio della star in cui le frasi non vengono concluse, le domande non trovano risposta e la coerenza narrativa del film originale si scompone in frammenti sconnessi. In Soliloquy Trilogy, l’intero progetto di un racconto pomposo in puro stile hollywoodiano viene “decostruito” secondo criteri puramente formali, riordinato e trasportato in una pratica artistica che usa il mezzo cinematografico del montaggio non per creare una realtà illusoria, ma per rivelarla nella sua costruzione.

Che cosa sarebbe Hollywood senza le sue star, e che cosa sarebbero le star senza il sistema hollywoodiano? Nelle sue opere, Candice Breitz analizza i meccanismi dell'industria cinematografica, del culto delle star e delle grandi storie hollywoodiane. Esaminando i film da punti di vista specifici, estrapolando alcune sequenze e riorganizzandole secondo nuovi criteri, l'artista fa emergere le micronarrative nascoste. Così, in Becoming (2003) rifà alcune scene clou recitando lei stessa i ruoli delle attrici famose e le confronta con quelle originali, privandole in tal modo della loro aura di unicità. In Mother + Father (2005) dispone in sequenza scene di attori famosi nel ruolo di un padre o di una madre, rimuovendole dal contesto originale del film ed evidenziando i cliché maschili e femminili rappresentati nel cinema di Hollywood. L'artista porta allo scoperto le dinamiche che stanno dietro al culto pop della produzione cinematografica e dimostra che un culto può esistere solo finché qualcuno è disposti a crederci.

Candice Breitz (Johannesburg, 1972) ha ricevuto per il suo lavoro numerose borse di studio internazionali, come quelle dello IASPIS a Stoccolma e della Cité des Beaux Arts a Parigi. Le sue opere sono state esposte in mostre personali in tutto il mondo: dal Castello di Rivoli di Torino al MUSAC Leon (Spagna), dal White Cube di Londra al Moderna Museet di Stoccolma. L’artista ha partecipato a numerose mostre collettive: all'Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, alla Kunsthalle di Amburgo, al Mori Art Museum di Tokyo, al Louisiana Art Museum di Humblebaek (Danimarca). Le opere di Candice Breitz sono inoltre rappresentate in diverse collezioni pubbliche e private: Torino, Castello di Rivoli; MUSAC Leon; West Collection, Pennsylvania; Salomon R. Guggenheim Museum, New York. L'artista vive e lavora a Berlino.