In Metropolis, Report from China, Clemens von Wedemeyer e Maya Schweizer fanno un viaggio a Pechino alla ricerca di possibili analogie tra il film che Fritz Lang realizzò nel 1927 e i cambiamenti urbanistici intervenuti nelle metropoli cinesi in seguito all'apertura del paese al mercato globale. Scene tratte da Metropolis si alternano a interviste, testimonianze di singoli personaggi e immagini di Pechino, che ripercorrono il cambiamento vertiginoso e inarrestabile dell'immagine della città. Vecchi quartieri vengono rasi al suolo per far posto a grattacieli progettati da architetti di fama internazionale e destinati a rappresentare all'estero la nuova potenza economica globale della Cina. Nell'architettura si riflettono le trasformazioni sociali delle grandi città cinesi, come pure la negazione di ogni individualismo di fronte alle esigenze delle masse.
Osservando le prime scene notturne di Metropolis, Report from China, che descrivono la vita degli operai migranti attivi nei numerosi cantieri della città, i punti in comune tra l'utopia urbana creata da Fritz Lang all'inizio del ventesimo secolo e quella concepita dagli artefici della nuova Pechino ai primi del ventunesimo saltano agli occhi. La massa degli operai lavora sottoterra, lontano dalla vita pubblica, per costruire le finzioni delle classi privilegiate e dare nuovo lustro alla città destinata a divenire più grande e più bella. Tuttavia, se alla fine del film di Fritz Lang le “braccia” (gli operai) e le “menti” (l'élite) si univano, nelle città cinesi la formazione di singole classi, con le relative ripercussioni sull'architettura, sembra compiersi solo adesso. Metropolis, Report from China diventa così una relazione sul nuovo volto sociale della Cina che, adattandosi alle condizioni imposte dall'economia di mercato, è caratterizzato dal tentativo dell’individuo di svincolarsi dalla massa. L'obiettivo della nuova classe media cinese non è più vivere nella comunità delle tradizionali case basse, ma approdare ai piani alti dei nuovi edifici che spuntano dappertutto.
Metropolis è prodotto con il sostegno del Centre national d’art et de culture Georges Pompidou, Parigi.
Clemens von Wedemeyer (Gottinga, 1973) ha ottenuto nel 2008 la borsa di studio di Villa Romana, a Firenze. Le sue opere hanno ricevuto importanti premi, tra cui quello per il miglior cortometraggio tedesco all'International Short Film Festival di Oberhausen 2006 per Rien du tout (con Maya Schweizer). Le sue opere sono state presentate in mostre personali allestite in diversi musei: P.S. 1 Moma, New York;, Kölnische Kunstverein, Colonia; Argos – Center for Art & Media, Bruxelles; Skulpturen Projekte Münster. L’artista ha partecipato anche a mostre collettive, dalla Biennale di Shanghai al Deutsche Guggenheim di Berlino. Clemens von Wedemeyer vive e lavora a Berlino.
Maya Schweizer (Maison Alfort, 1976) ha ottenuto nel 2008 il Villa Aurora Artist Grand del Goethe-Institut di Los Angeles e la borsa di studio Karl-Hofer a Berlino. Ha presentato le sue opere a numerose mostre e festival internazionali, tra cui i Recontres Internationales del Centre Pompidou, il Museo Nacionale Centro de Arte reina Sofia di Madrid, il KW / Institute for Contemporary Art di Berlino, Villa Romana, Firenze, e la Tallinn Art Hall (Estonia). Maya Schweizer vive e lavora a Berlino.
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