A metà tra documentario e fiction, The Mirroring Cure di Charlotte Ginsborg indaga le relazioni tra le persone, il loro lavoro quotidiano e il modo in cui questo influenza la loro vita. Il film è ambientato nel cantiere di un grattacielo al centro di Londra. Il punto di vista è quello della segretaria, che decide di intervistare cinque impiegati della ditta, dal progettista agli operai, e nell'arco di due anni li interroga sul loro rapporto con il posto di lavoro. Rimane affascinata soprattutto dall'esperienza del progettista, che da anni soffre di un disturbo dell'equilibrio, ulteriormente peggiorato dall'enorme tensione del cantiere. Per curare questo disturbo e continuare a svolgere il suo lavoro, l'uomo ha elaborato una strategia: la Mirroring Cure che dà il titolo al film. Questa terapia fai da te, dagli echi surreali, consiste nello studiare e imitare i gesti degli altri, per trovare nella ripetizione dei loro movimenti la sicurezza dei propri. La trasformazione dell'architettura, tra demolizione e ricostruzione, sviluppa un impressionante racconto visivo, che prende vita attraverso l'intimo ritratto dei cinque lavoratori.
Nelle sue opere, caratterizzate spesso da un interesse di tipo sociologico per il mondo che la circonda, Charlotte Ginsborg intreccia elementi documentaristici e di fantasia, per indagare le relazioni psicologiche e fisiche tra le persone e la condizione sociale e architettonica della città. Dalla nascita delle metropoli all'avvento dell'industrializzazione, la descrizione, la caratterizzazione e l'analisi di questi fenomeni hanno avuto una parte importante nella produzione di molti artisti, che hanno sempre contrapposto alla natura la città, la sua architettura e la sua atmosfera. Laddove nella città regnavano miseria e violenza, sporcizia e ristrettezza, la natura era caratterizzata da libertà, purezza e coscienza di sé. Negli ultimi anni, sulla scia della crescente urbanizzazione portata dalla globalizzazione, il fenomeno della città è tornato a godere di un rinnovato interesse. Charlotte Ginsborg si concentra sulle piccole storie di singole persone nel tessuto della metropoli, sulla loro vita quotidiana, i loro bisogni, le speranze e i doveri, creando un ritratto non solo degli individui, ma anche del senso della vita contemporaneo nella metropoli di oggi.
Charlotte Ginsborg (Londra, 1974) ha tenuto mostre personali allo Spazio Pubblico Arte Contemporanea a Villa di Toppo Florio (Udine) e al Lux di Londra, e ha partecipato a collettive in diverse sedi, tra cui il PAN Palazzo delle Arti Napoli, il Whitechapel Project Space a Londra, Europe Asia Mediations di Poznan (Polonia), e a numerosi festival.
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