NOT360 di Rä di Martino si svolge su una collina immersa nel verde. Inizia con un litigio tra due donne, che viene interrotto da un signore anziano in bicicletta. La macchina da presa si sposta lentamente a sinistra, nel campo visivo entra un tavolo con dei microfoni e altri tre attori: uno si mette a recitare Shakespeare, un'altra intona la canzone Que sera, sera. Vengono interrotti dalla regista, chiaramente sotto pressione, che sembra non conoscere molto bene il temperamento dei suoi attori. La scena ricomincia da capo per tre volte, e ogni volta è interrotta dal ciak della regia. Nell'ultima scena si vede la band che esegue la musica di sottofondo, ma anche questa volta le riprese sono interrotte dal cellulare della regista – che perde definitivamente il controllo di sé e della troupe, e il film viene sospeso. Nulla ha un senso, né l'ambientazione nel paesaggio, né gli attori e i loro inaspettati commenti: a ogni tentativo le riprese del film falliscono, concludendosi nel caos.
In NOT360 Rä di Martino gira un film nel film e sbircia dietro le quinte di un set cinematografico, uno spazio normalmente precluso allo spettatore. Per tre volte la regista tenta di coordinare la sua troupe per le riprese, ma ogni volta si scontra con l'ostinazione dei suoi attori che si rifiutano di adattarsi al copione. La regista stessa continua a comparire nelle inquadrature, interrompendo la scena davanti alla macchina da presa. Anche la musica, altro elemento essenziale di un allestimento cinematografico, entra a far parte dell'allestimento stesso. Vengono così rappresentate pubblicamente proprio quelle parti che, per mantenere l'illusione scenica, dovrebbero rimanere nascoste. Il fallimento del progetto è implicito nel titolo stesso del film, NOT360: il movimento di 360 gradi della macchina non viene mai completato, la scena non arriva mai alla sua conclusione. Il cinema, la sua storia e il suo significato storico sono alcuni dei grandi temi della produzione di Rä di Martino: in diversi allestimenti, l'artista ne mostra l'importanza per la nostra percezione quotidiana della cose e per la memoria collettiva della società.
Con le sue opere, Rä di Martino (Roma, 1975) ha vinto numerosi premi e ha partecipato a mostre collettive in diverse sedi, dalla Biennale di Venezia, padiglione sloveno, a Manifesta, Trentino, da Tate Modern a Londra, al MACRO di Roma, dalla Biennale di Busan (Corea), a P.S. 1 e MoMA di New York, dalla Deutsche Bank Collection di Milano alla Fondazione Adriano Olivetti di Roma. Rä di Martino vive e lavora a New York.
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